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Monte Serra Pizzuta Calvarina

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Nome: Monte Serra Pizzuta Calvarina
Altezza: 1704 m m s.l.m.
Tipologia: cratere estinto
Eruzione: ?

Monte Serra Pizzuta Calvarina è un cratere avventizio che si trova ad Etna Sud, poco distante dai Crateri Silvestri e da Schiena dell'Asino, un monte che spicca dalla pianura circostante, ricoperto da un fitto bosco di pino laricio.​

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Raggiunge la quota di 1704 m s.l.m. e alla sommità si trova il Bivacco di Serra Pizzuta Calvarina, che ha il record di essere il più piccolo dei rifugi presenti sul territorio Etneo.

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Il Bivacco più piccolo dell'Etna

Una piccola struttura realizzata in cemento, esternamente coperta in pietra lavica, così da non invadere la bellezza del luogo circostante.

Le dimensioni ridotte non negano di essere un rifugio completo, con delle panche, un tavolo, dei viveri di prima necessità; che tradizionalmente gli escursionisti lasciano per chi verrà dopo nel caso non ne fosse provvisto,  un caminetto con cui potersi riscaldare o cucinare qualcosa, una mappa così da potersi orientare e poter studiare la prossima meta.

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Testo ufficiale del documentario inerente a Monte Serra Pizzuta Calvarina:

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Lungo la strada di Cassone, a metà tra l’inizio del sentiero di Schiena dell’Asino e la Grotta dei tre livelli, si trovano le Case del Vescovo.

 Tale nome si rifà agli antichi possedimenti della diocesi di Catania in questo versante dell’Etna e della valle del bove; luogo di raccolta della neve e della legna.

Un  sistema di grotte vulcaniche, a pochi passi dal rifugio, riporta indietro nel tempo, mostrando come l’uomo abbia usato anche le grotte naturali per il suo bisogno, in questo caso per lo stoccaggio della neve, destinata successivamente al commercio nei mesi più caldi.

 è sempre meglio evitare di sporgersi troppo, pertanto è necessario seguire con attenzione i cartelli che stanno a indicare un pericolo.

 

Dopo questa sosta, inizia il sentiero vero e proprio che ci porterà alla cima di Monte Serra Pizzuta Calvarina che già da lontano, nonostante le modeste dimensioni rispetto ad alcuni crateri presenti in zona, si nota, ricoperto dalla vegetazione, in particolare di pino laricio, una forma ormai endemizzata sull'Etna.

Nella stagione primaverile, quando le giornate si allungano e la natura ritorna al pieno vigore, i sentieri sono spesso meta di escursionisti, turisti o chi semplicemente vuole passare del tempo all’aria aperta.

É bene ricordare che il sentiero attraversa per buona parte il bosco di pini, occorre fare molta attenzione in quanto le piante di pino laricio sono spesso infestate da  nidi di  Processionaria

 (si tratta di insetti simili a bruchi pelosi, che se toccati, possono recare seri danni alla salute, e per questo è buona precauzione starne alla larga, tenendo sott’occhio eventuali amici a quattro zampe. E’ riconoscibile dal suo modo di camminare, procedendo in fila (da qui il nome “processionaria”)

 

Dopo aver superato la prima macchia di vegetazione si attraversa una zona scoperta e soleggiata, qui sono tanti gli aspetti naturalistici che spiccano:

 - Monte solfizio, appigliato alle pareti di schiena dell’asino, è un cono ormai non più attivo, il quale sta subendo gli effetti dell'erosione

-Il vasto campo lavico del 1792-93, che da questa zona giunse fino alle porte di Zafferana Etnea.

-le aspre colate laviche che di tanto in tanto sono spezzate dal verde di giovani alberi, chissà forse un giorno daranno un nuovo aspetto al paesaggio.

-i crateri silvestri ormai occupati dall’incessante presenza dei turisti

 

Giunti alla base del monte, ci si accinge ad entrare nel bosco che ricopre i fianchi dello stesso, si percorrono giusto un paio di curve in salita per arrivare al bordo del cratere dove i pini lasciano spazio a rovi di rosa canina e rigogliose ginestre in fiore. (Genista ætnensis)

Qui, ci si può fermare ad ammirare il paesaggio la cui vista si spinge lontano; ascoltare il vento accarezzare gli alberi  e con esso, sentire il fruscio delle foglie e guardare l’oro di cui risplende l'erba secca.

In questo punto ci si ritrova ad un bivio, infatti il sentiero procede lungo i bordi del cratere; imboccando a sinistra, dopo una manciata di passi, si arriva alle spalle di una struttura dalle modeste dimensioni, si tratta del bivacco più piccolo presente nel territorio del parco dell'Etna, Il bivacco di Serra pizzuta calvarina.

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Una struttura nel suo piccolo, molto accogliente, dall’aspetto rurale, ricorda quelle casette che si trovano sparse nelle campagne. La facciata fatta della materia stessa che produce il vulcano si sposa al paesaggio circostante; è ricorrente che nel territorio etneo le abitazioni siano decorate o addirittura completamente costruite in pietra lavica, una caratteristica dovuta soprattutto all’adattamento dell’uomo nel territorio.

Al suo interno sono presenti due panche, un tavolo, un caminetto, una mappa, dei viveri di prima necessità (solitamente lasciati da escursionisti) e della legna, raccolta da chi è venuto qui prima di noi; Il rifugio è quindi attrezzato per poter passare una giornata, è poter condividere un semplice pasto all’insegna dell’amicizia e della convivialità.

Si trova anche un piccolo pozzo, appena dietro la struttura, coperto da una tavola di legno atta a tener pulita l'acqua. Si tratta di acqua piovana non potabile, è per tanto sconsigliato il consumo per dissetarsi.

Una piccola precisazione… questo, come tanti altri rifugi è sempre aperto e per questo prende il nome di BIVACCO, ciò però non deve permettere che chi passa da qui possa vandalizzarlo, è un bene di tutti e va rispettato e mantenuto pulito.

Si potrebbe, tornando indietro, lungo sentiero andare all’altra cima dello stesso monte, che ha la tipica forma del ferro di cavallo; un’altra precisazione, il termine PIZZUTA del nome sta ad indicare le due sommità a pizzo, come ben si vede guardandolo dalle varie prospettive.

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