'A DERA - l'antica tradizione della festa di Sant'Alfio "a vara"
- La teoria del Fornazzo official
- 16 giu 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 ott 2021

Il documentario dedicato stavolta non ad un luogo ma ad un evento che si rinnova di anno in anno, e che riporta indirettamente all'evento che da origine al nome dialettale del paese di Sant'Alfio, conosciuto come Sant'Alfio "a vara".
Musiche appositamente composte da Graziano Luciano e da Klaus, accompagnando lo scorrere delle immagini.
Ecco il testo originale:
Ogni terra è ricca di tradizioni, esse scandiscono il tempo ordinario da quello straordinario della festa, ognuna di essa è diversa, con una storia che si perde nella notte dei tempi, rinnovando di anno in anno il ricordo di eventi che hanno caratterizzato la storia del luogo.
Il paese di Sant’Alfio, detto “a vara”, ogni anno durante la grande festa dei santi patroni Alfio, Filadelfo e Cirino, vive un momento particolare che oramai appartiene alla tradizione più vera, “a dera” sconosciuta a molti ma unica nel suo genere.
La festa caratterizzata da momenti vissuti da migliaia di persone, ha mantenuto quasi del tutto intatto il suo protocollo , scandito da momenti precisi ricchi di fede e folklore. Una festa che si interseca tra la sacralità delle funzioni religiose, la spensieratezza e popolarità dei colori, sapori e musiche che allietano le vie cittadine, annunciando a tutti che il momento festivo.
La sera del giovedì e del venerdì antecedenti alla prima domenica di maggio, per le strade del paese ma anche nelle campagne vicine, davanti ad ogni uscio di casa si accendono dei falò, la dera, composti da legna resinosa che emana un particolare odore.
Questi fuochi vengono accesi per un motivo ben preciso, riportando indietro nel tempo, facendo rivivere parte della vita di Alfio, Filadelfo e Cirino, quando in una notte di agosto, mentre i tre giovani venivano diretti a Lentini per essere processati, transitarono per questi casali, scortati dai legionari sotto il peso di una grossa trave sulle spalle. Gli abitanti mossi a compassione accesero dei fuochi per riscaldare i tre giovani e illuminare loro la via, ecco il motivo per cui durante questi due giorni tre giovani ragazzi che interpretano i tre santi, girano per alcune vie del paese accompagnati dal suono festoso della banda, immancabile nelle feste di paese rinnovando il passaggio dei santi fratelli.. Durante questo momento, viene ricordato anche il miracolo della trave che ricorda la miracolosa apparizione dell’apostolo Andrea ai tre giovani, facendo così volare la trave e sollevandoli dal peso immane a cui erano destinati, da questo avvenimento, prende nome il paese identificato comunemente sant’Alfio “la bara” , essendo il nome siculo della trave, Bara che italianizzato prese il sostantivo di vara che al giorno d’oggi viene anche identificato con la macchina processionale denominata fercolo.
Tale tradizione, da sempre è rimasta invariata, anche se intorno agli anni 50 del novecento, questi due giorni oltre alla tradizionale dera, vennero arricchiti dalla fiera del bestiame.
Alla fine della messa del triduo che prepara liturgicamente alla festa della domenica, un colpo a cannone intorno alle ore venti da il via all’accensione dei piccoli ceppi, che accolgono il corteo composto dalla commissione, dai tre giovani che interpretano i santi, accompagnati da altri giovani vestiti da soldati e dalla figura del diavolo tentatore,. Allietano il corteo, la banda e altri gruppi folcloristici.
Tale corteo, si svolge in due giorni. Il giovedì si parte dal quartiere di Nucifori, il più in alto nel paese, passando per le strette e ripide strade che scendendo, danno vita a scenografie uniche, come la suggestiva via capuana; Le tranquille vie si addobbano a festa, con ceppi, bandiere, luminarie, e tutto ciò che fa percepire l’aria di festa, i fuochi pirotecnici accolgo il corteo che giungerà in piazza duomo, concludendo nella chiesa madre, con la rappresentazione dei santi in carcere.
Durante il giro, in entrambi i giorni il corteo compie delle soste obbligate per rinfreschi o dinanzi ad alcuni altarini montanti appositamente per l’occasione.
Il venerdì, il momento ha inizio in via Etna, scendendo sino a via Carone, anche questa assai suggestiva per l’accoglienza realizzata. Nelle vie si svolge una sorta di competizione a chi abbellisce meglio la propria strada
Concluso il giro del paese, tutti si radunano in piazza per assistere alla gloria dei santi, durante la quale, i tre giovani che raffiguravano i tre santi, cambiano abiti, indossando quelli più simili alle tanto conosciute immagini, apparendo tra le nubi che rappresentano il loro ingresso in Paradiso dopo il martirio .
Si conclude così questo momento celebrativo, della festa di Sant’Alfio “a vara”.
La festa prosegue con i tradizionali riti del sabato di Sant’Alfio, che riunisce tutto il paese ma anche le comunità che onorano i santi. La domenica inizia di buio mattino con la svelata e successivamente con ila celebrazione pontificale, durante la quale avviene lo scambio della piancia tra la vecchia e la nuova commissione. Momento commovente e tanto atteso è l’uscita dei simulacri alle ore 16:00, salutati da un nutrito spettacolo pirotecnico e dalla solenne cantante . L festa si conclude la domenica successiva con l’ottava e la chiusura delle statue nella cappella.
Ormai queste tradizioni sono vissute per consuetudine, e solo pochi ne colgono ancora il messaggio, Per molti sono soltanto attrattive turistiche e non più manifestazione dei sentimenti comuni,: La festa è l’unione di tutta la comunità. In quei giorni il suo spirito cancella litigi, rancori, . Con l’animo in festa quei giorni diventano straordinari, momenti forti di fede ,di popolarità, e l’incontro della spiritualità e dell’umanità più pura, il momento per conoscere al meglio i protagonisti della festa, per sentirli più vicini, coglierne il messaggio, e chiedere loro un aiuto per vivere al meglio il nostro cammino di fede.
Quando si vuole sopprimere una tradizione, bisogna ricordare che con essa viene soppressa l’identità e la storia di un popolo. La spiritualità della festa, dei gesti, la fede e il folclore prendono vita nei colori, nei suoni e nei sapori di cui essa si riveste.
Ed allora è momento di tornare a vivere e respirare il significato di ogni pura tradizione, così che torni lo spirito della festa e dia animo ad ogni cosa ed ognuno di noi si faccia carico di portare avanti ciò che i nostri avi hanno tramandato.
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