Come fiori tra le crepe - un anno dal terremoto del 26 dicembre
- La teoria del Fornazzo official
- 25 apr 2020
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 29 apr 2020
Per realizzare questo documentario ci sono voluti diverse settimane, specialmente per il numero di notizie da raccogliere, di cui molte sono arrivate all'ultimo momento.
Il mio intento era di poter parlare di tutti i luoghi colpiti dal sisma, ma purtroppo il lavoro era troppo grande e il tempo troppo poco.
Ho incominciato facendo un giro generale per i paesi, iniziando a realizzare qualche ripresa, così da darmi una prima bozza, poi a poco a poco, ogni volta che avevo un po di tempo libero oppure conciliando delle intere giornate libere con il lavoro, ma anche concordando con i più diretti interessati, ho iniziato a fare riprese più dirette sul posto.
Come nella presentazione del canale, anche qui non sono mancati i momenti imbarazzanti, ma che ci posso fare? è una croce!
Realizzando questo video, ho avuto modo di conoscere persone splendide, con cui ho potuto instaurare una splendida amicizia, tra questi Salvo, di Fleri, che senza di lui, non avrei mai potuto avere notizie più dettagliate.
La chiesa di Santa Maria della Consolazione, dove, grazie a P. Andrea ho ricevuto il materiale necessario a poter parlare del luogo di preghiera ormai chiuso al culto, è purtroppo abbandonata a se stessa, e i lavori pensati per poter preservare e riaprire la struttura hanno costi troppo elevati, e purtroppo non sempre è possibile ricevere un occhio di riguardo da parte delle autorità, come del resto in tanti altri luoghi che dopo citerò.
Ho avuto anche il primo modo di vedere direttamente da vicino le fessure aperte dal terremoto.
A santa Venerina, non ho potuto trovare molto materiale su ciò che il terremoto ha lasciato, tanto male ciò che è cambiato a differenza di un anno, per caso un giorno mi trovato a Cosentini e trovai (non so per quale fortuna, poiché non sapevo altamente nulla di quello che era successo) dei ragazzi della parrocchia, insieme a degli esperti che stavano facendo un sopralluogo per poter avviare i lavori per la messa in sicurezza. diciamo un colpo di fortuna, che mi è servito anche a capire quale fosse la situazione generale del paese.
Grazie al prezioso contributo di Cristina e di padre Giovanni, ho avuto delle notizie più dettagliate sulle lesioni lievi della chiesa del Sacro Cuore, e di quelle più importanti nella chiesa madre di Santa Venera, a quest'ultima sono molto affezionato e vederla ridotta in quello stato, vi assicuro che mi ha fatto sentire molto male, siamo sinceri, l'avevo vista qualche settimana dopo il terremoto, quando ancora tutto era li, come subito dopo quella scossa, e li, ho riprovato il brivido di quella notte, ora le fessure si sono allargate, tipico, il peso col passare del tempo causa questo. E da li, parlando con P. Giovanni, ho cambiato totalmente lo stile del video, che comunque già avevo portato avanti tra qualche ripresa qua e la per i paesi, da li ho deciso che questo documentario, non doveva solo parlare di cosa c'é e cosa no, ma di spronare chi ha perso tutto e fargli percepire che io personalmente, sono con loro, e soprattuto di sensibilizzare qualcuno affinché ridia un valore nuovo a questi luoghi, e possa dare nuovo splendore, perché da credente che sono, so, che il bene fatto viene sempre ricompensato.
Fleri, è forse il luogo dove avevo totalmente meno notizie, poiché non conoscevo nessuno, che vivesse direttamente il paese, ma grazie ai miei carissimi amici di Pennisi, specialmente a Giulia, ho fatto una bella e particolare conoscenza, Salvo, grazie a lui ho avuto notizie più concrete sul paese e sulla parrocchia, inoltre, ha pure realizzato un presepe con l'intento di iniziare a far rinascere il paese.
A Fleri, ho trovato un paese diventato fantasma, ma che ha incominciato la sua ripresa, e come è solito di ogni mio viaggio, amo valorizzare i locali del posto, ed infatti, realizzando le riprese in tutto il paese(ps. due giorni interi più alcune piccole andate) con compagnia di qualche amico, il pranzo l'ho acquistato in una bottega del paese.
Tante cose, non le ho filmate, più per paura di allungare troppo il video, ma anche perché alcune cose ho reputato giusto non filmarle, poiché troppo sensibili.
Una cosa che mi ha veramente, tanto colpito, ma soprattuto mi è piaciuta di più è stato il presepe realizzato da Salvo, non tanto perché un presepe, che io amo guardare, ma poiché totalmente diverso! Un presepe studiato per bene, fatto col Cuore e sopratutto realizzato col paese di Fleri.
Amo la "Notte stellata" di Van Gogh, a parte lo stile artistico, che da pittore che sono, è di interesse personale, ma anche perché quel dipinto, rappresenta una sottospecie di Fornazzo, vedi il campanile.
In questo caso il dipinto era tridimensionale e con Fleri al posto del paese classico, e la cosa più bella e che non è solo un paese nel dipinto, ma il paese rinato!
Il luogo più difficile da filmare è stato comunque Pennisi, dove ho perso una settimana a fare riprese e a cercare notizie.
Pennisi mi è molto cara, poiché da li ho conosciuto dei miei amici carissimi, che mi hanno aiutato nella realizzazione, fornendomi notizie e mostrandomi cose che difficilmente avrei potuto vedere.
Ho trovato davanti a me luoghi che fino a qualche giorno prima vivevo con tranquillità, con spensieratezza, con gioia, luoghi di cui ho splendidi ricordi e che non ho più riconosciuto, ed è proprio da li che ho avvertito il malessere di quel giorno, di chi ha perso la sua storia, tra macerie, crepe, burocrazia, gente che ha saputo solo parlare e nient'altro più. Nulla è più lo stesso da quel giorno, qui, nulla ha più la stessa armonia e tranquillità, qui, ormai tutto respira di quel giorno.
Muri inclinati, spezzati, piagati dalla forza della terra, case che non esistono più.
Passo spesso per quelle strade e tutte le volte la stessa sensazione.
quello che amo di più di questo luogo è che è simile a Fornazzo, un tipico paese di passaggio, tranquillo, ma ricco di storia, spesso sconosciuta, e mi sono ripromesso che quando sarà migliore la situazione, tornerò a realizzare un nuovo documentario, ma stavolta non più sul terremoto, ma sulla storia di un paese che ha sempre avuto la forza di rinascere, nonostante sia molto piccolo e spesso escluso dalle attenzioni.
La cosa che più mi ha fatto piacere, è come non sia svanito l'entusiasmo da parte di tutti, specialmente dai miei amici, che appena gli ho chiesto un aiuto, non hanno per nulla esitato, anzi, si sono impegnati a trovarmi quante più notizie, luoghi, novità possibili, parlo dei ragazzi dell'Azione cattolica Parrocchiale, il futuro di questa comunità, e devo ringraziare anche Padre Sam che mi ha aiutato ad avere altre notizie ancora più dettagliate, e che mi ha mostrato un particolare che da subito mi è rimasto impresso, parlo della statua della Madonna delle Grazie di Fiandaca, è stato stano, vedere rovinata anche quella immagine, oltre a tutto lo sconvolgimento che già avevo visto, è stato come se anche a me mancasse qualcosa, un dolore sordo, vuoto, ma che ti rimane dentro e non c'é nessun modo di poterlo esprimere. Credo, che non a caso su queste terre siano accadute queste cose, tanto meno, non a caso le uniche vittime sono state le iconografie sacre.
Quando accade qualcosa, c'é sempre un modo di esprimere tutto ciò, e grazie alla poesia di Carmela Tuccari e alla voce di mio cugino Angelo, ho potuto dare anche spazio non solo ai mei pensieri ma anche all'arte della poesia contemporanea e conterranea.
Da qui ho confermato l'idea del titolo che avevo dato al documentario.
ecco qui il testo.
LA TERRA TREMA Un urlo si spezza nel vuoto, l’eco ne raccoglie i frammenti. Nell’aria rarefatta vagano segmenti di paura. Inarcando le reni, si torce il grembo martoriato della terra. e una mano che squassa le possenti forze della natura si protende sotto un cielo livido, invisibile nel brivido del cosmo.
Lento, un serpeggiare di crepe allarga voragini di sgomento là dove lunghe dita squarciano antiche piaghe, e rapido il richiamo di millenari dolori scava nell’anima inquietanti percorsi. Sulle macerie fumanti l’olocausto evanescente d’umane lacrime irrora il suolo di nuova linfa.
Sotto polvere d’affreschi sbriciolati e “ciaramite” di tetti rotti, palpita la costanza d’una Sicilia che non cede al dileggio della millenaria sorte. E non saranno le parole vuote né le preghiere a lenire le ferite, a ritrovare le certezze del tempo della fatica e del raccolto, ma dal cumulo di pietre spunteranno timidi fiori di fratellanza e coraggio per ricomporre tasselli di Vita. . E sarà, ancora, una nuova alba . Carmela Tuccari
Il titolo "Come fiori tra le crepe", mi è venuto scorgendo per caso alcuni fiori, cresciuti da dentro una crepa in una casa a Pennisi, e li mi è venuto in mente cosa scrivere per dare un nuovo input alla rinascita di questa terra, così viva e carica di energia.
Era quasi sera, il sole era tramontato da poco ed io ero in una isolata, quella che vedete nei titoli di coda, non c'era molta luce, eppure così, per caso, mi accorsi di quei fiori, così semplici, così spontanei, che erano cresciuti dove meno me lo sarei aspettato, non stiamo parlando di antiche piaghe, ma di poco meno di due anni fa, eppure la natura ha saputo dare vita a ciò che noi immaginiamo simbolo di morte.
Bisogna saper guardare più in la, vedere anche le cose più negative come una curva essenziale nel cammino della vita. Quei fiori sono stati per me il messaggio più giusto, più adatto ad esprimere ciò che serve, nascere da cose semplici, capire che è solo un momento, arriverà la Primavera e farà sbocciare tutti i suoi fiori da quella terra secca ed arida, fredda e anche piuttosto inquietante.
Lo ammetto, ci sono tanti errori nel documentario, anche abbastanza evidenti, dovuti più alla fretta di consegnare per tempo, perché mi avevano invitato a mostrarlo a Pennisi la sera del 26 dicembre.
Quegli errori, che però servono, che aiutano a capire meglio come realizzare video di qualità, perché in un documentario tutto è essenziale.
Spero tanto che il mio piccolo possa servire a far rinascere, a far interessare qualcuno, non per intenzioni personali, ma per amore del bene comune.
Al prossimo documentario!
Komentarze